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Sono tra gli animali più antichi che hanno popolato la terraferma, risalgono a quasi 300 miloni di anni fa: stiamo parlando degli acari, che costituiscono la parte preponderante della polvere di casa. Sono degli aracnidi, cioè dei piccoli ragnetti, ma sono invisibili a occhio nudo, dal momento che misurano al massimo 0,03969 cm, l’equivalente di un decimo della larghezza di un capello umano. Per poterli osservare ci serve un microscopio con un ingrandimento di 10x. Hanno un apparato boccale e quattro paia di zampe sul tronco. Il loro corpo è costituto per il 50% da acqua e per questo vivono bene negli ambienti umidi. Hanno una vita media di 2-4 mesi. Le femmine depongono uno o due uova al giorno, da cui nascono delle larve. L’intero ciclo da uovo ad adulto si compie in 2-3 settimane. Sebbene non pungano, non si vedano e non facciano alcun rumore, possono causare molti danni alla nostra salute: sono origine di allergie, febbre da fieno, dermatiti, riniti e asma. Assorbono umidità dalla pelle e, come dice il loro nome scientifico, gli Acari Dermatophagoides (mangiatori di pelle) si nutrono di materia organica: la loro dieta è composta da piccoli frammenti di pelle umana, forfora, funghi, muffe, alcuni tipi di batteri e microscopici frammenti di insetti.
I detriti cutanei che ogni notte lasciamo nel letto (pelle e forfora) sono sufficienti a nutrire oltre mille acari per un mese.
Gli acari vivono in tutta la casa: nei tappeti, nei peluche, nelle librerie a giorno dove i libri sono lasciati esposti all’aria, ma si concentrano maggiormente nei letti, che sono il loro ambiente ideale. Qui si trova oltre il 94% dei loro allergeni. Gli acari non amano la luce del giorno e stanno bene al buio nei piumini, nei materassi, nelle lenzuola, nei cuscini. Qui trovano cibo in grande quantità e le condizioni ideali per la loro esistenza: temperatura intorno ai 20°C e umidità relativa tra il 60 e l’80%. È il nostro stesso corpo a garantirgliele, dal momento che durante la notte cediamo umidità e calore. Combattere gli acari togliendo loro il cibo è praticamente impossibile, occorrerebbe creare un ambiente sterile. Ciò significa che qualunque strategia adottiamo per eliminarli (a parte la sterilizzazione), risulta inefficace, perché dopo poco più di un mese la situazione ritorna come prima.
Avere degli acari in casa, quindi, è normale, non vuol dire essere sporchi. E gli acari sono più numerosi durante la primavera e l’autunno, quando le piogge saturano l’ambiente di umidità e nelle case, con il riscaldamento ancora acceso, c’è un bel calduccio: in questi periodi dell’anno, in un grammo di polvere si possono trovare anche 15mila acari. In un letto se ne trovano normalmente dai 100 mila ai 10 milioni. Nelle stagioni secche, gli acari si sviluppano con difficoltà: per la loro riproduzione, infatti, serve che l’umidità relativa sia superiore al 60%. L’acaro per vivere può tollerare un’ampia variazione di temperatura (da 0°C a 30°C) ma trova il suo habitat ideale con condizioni di 20-25°C di temperatura ed il 75% di umidità relativa.
Le allergie agli acari
L’acaro in sé è innocuo, non porta malattie, ma l’esposizione alle loro feci o a parti del corpo può
dare molti problemi all’uomo. Infatti, tale esposizione è la causa scatenante della forma allergica più diffusa nei paesi occidentali, sia per la facilità con cui si trovano gli acari nelle nostre case sia, soprattutto, per il forte potere allergizzante dell’acaro della polvere. Gli allergeni dell’acaro sono gli enzimi presenti nelle sue particelle fecali. Per capire come veniamo in contatto con loro, si deve sapere che gli acari della polvere sono degli organismi semplici, preistorici, che non hanno stomaco e tratto digerente. Per nutrirsi, quindi, devono pre-digerire le cellule organiche di pelle di cui si cibano, secernendo una combinazione di enzimi e funghi necessari per smantellare il loro cibo. Sono questi enzimi e questi funghi che scatenano l’asma e altri disturbi bronchiali. Si tratta di particelle relativamente pesanti, che non si disperdono nell’aria, ma si depositano nel letto. Quando ci corichiamo, produciamo un movimento che solleva tali particelle fino all’altezza del nostro viso, mescolandosi quindi all’aria che respiriamo dal naso o dalla bocca. E qui cominciano i guai, le allergie alle vie respiratorie (riniti allergiche croniche e asma bronchiale) e, sovente, delle fastidiose dermatiti. Quando inaliamo o entriamo in contatto con queste particelle, infatti, se siamo allergici insorge un’infiammazione nel nostro corpo. I sintomi che si manifestano possono essere i più vari: malessere generale, starnuti, prurito, cefalea, lacrimazione, vertigini, nausea, irritazione alla mucose nasali, per arrivare fino alla rinite e all’asma e, nei rari casi più gravi, a delle serie difficoltà respiratorie.
Come funziona la reazione allergica
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