
Chi ha un lavoro basato su turni di notte può soffrire di disturbi del ritmo circadiano del sonno
12 Giugno 2023
5 giorni di insonnia e il cervello va in tilt
14 Giugno 2023L’ippocampo contribuisce, tra le altre cose, alla nostra memoria nel breve e nel lungo termine.
Uno studio della Università del Michigan ha messo in correlazione il danneggiamento di questo organo con la mancanza di sonno o un’igiene del sonno non consona.
Non dormire abbastanza, o addirittura privarsi del sonno ad esempio passando una notte in bianco per studiare o lavorare, interrompe l’elaborazione e l’archiviazione di nuovi ricordi, in parole povere ha un effetto estremamente nocivo sulla memoria.
Sara Aton e James Delorme, a capo di questo studio, hanno dimostrato che privarsi del sonno porta ad un aumento dell’attività dei neuroni inibitori nell’ippocampo, un’area del cervello essenziale per l’orientamento, nonché per l’elaborazione e la memorizzazione di nuovi ricordi.
Tali risultati, ottenuti però su modello animale, se confermati da ulteriori ricerche potrebbero avere implicazioni importanti per le strategie di apprendimento ma non solo.
In disturbi come l’Alzheimer, dove le difficoltà del sonno sono comuni, potrebbe esserci una relazione tra il meccanismo fisiologico descritto in questo studio e la perdita di memoria.
Chi si accontenta di dormire 4 o 5 ore per notte, vede ridursi del 15% la capacità di memorizzare e apprendere con facilità.
Ma non in tutti casi è così. Nell’ambito della sindrome da eventi post-traumatici, la perdita di sonno potrebbe divenire anche terapeutica. Ad esempio, l’uso della privazione del sonno dopo un evento traumatico potrebbe essere un modo per prevenire la sindrome da stress post-traumatico.
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