Tra i secoli il sonno e i sogni...

L’importanza del sonno e dei sogni per ogni civiltà è sancita fin dai tempi antichi.

Nell’epopea di Gilgamesh, uno dei primi poemi prodotti dal genere umano, l’omonimo protagonista sogna un combattimento e lo racconta poi alla madre Ninsun, che ne dà un’interpretazione profetica. Anche nell’Antico Testamento i sogni contengono rivelazioni, che arrivano direttamente da Dio. Per i Greci i sogni avevano un analogo potere di rivelare il futuro oppure il rimedio ai loro problemi: i malati usavano recarsi nei templi dedicati ad Asclepio, dio della medicina, per dormire e cercare di sognare; dopodiché consultavano un esperto di oniromanzia per avere un responso sulla cura da adottare. L’interpretazione dei sogni era una pratica così importante che fu un greco, Artemidoro, a scrivere il primo libro dedicato a questo argomento, anticipando Freud di sette secoli!

A impersonare il sogno per i Greci era Morfeo, figlio di Ipno (il sonno) e di Notte. In alcune versioni del mito Morfeo ha due fratelli, Fobetore e Fantaso, in altri riassume le caratteristiche di tutte e tre. Regolava i sogni dei mortali sfiorandone le palpebre con un mazzo di papaveri e assumeva la forma della persona sognata. Il suo dominio confinava con quello dell’Ade, cioè gli inferi. La figura di Morfeo ha attraversato la storia e l’arte diventando protagonista di numerosissime opere: dalle Metamorfosi di Ovidio (dove Morfeo è attore, poeta e artista) fino al capolavoro del fumetto contemporaneo Sandman di Neil Gaiman, dai quadri di Guerin e Reynold- Stephens al film Matrix (dove il personaggio di Morpheus è tramite fra il mondo reale e quello dei sogni). Il patrimonio di credenze legato a Morfeo/sogno mantiene un legame con il XX Secolo. Per Freud, il padre della psicanalisi, il sogno era la via maestra per esplorare l’inconscio, e proprio ai sogni dedicò un lavoro scientifico poderoso, che è diventato la base degli studi moderni di psicologia.