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Senza sonno non si può vivere perché è dormendo che il nostro corpo e la nostra mente recuperano le forze, rimettono in ordine i pensieri e le informazioni e possono così affrontare le giornate pieni di energia. Eppure non sempre è facile addormentarsi e godere di un bel numero di ore filate di riposo ristoratore. Tutti noi, almeno qualche volta, abbiamo sperimentato un sonno disturbato, agitato o che semplicemente tardava a manifestarsi. Per alcune persone il sonno diventa un problema, un vero calvario quotidiano.
Che cosa succede se non dormiamo
Capita a tutti di passare una notte insonne o disturbata. Il sonno può esserci tolto da una serata dilungatasi insieme agli amici, dai continui risvegli dei figli piccoli o da un lavoro urgente da terminare per il mattino dopo. Oppure si va a letto ma non si chiude occhio per via di un malanno, di una cena troppo pesante, di un pensiero angosciante (un esame, una scadenza…), del caldo soffocante di agosto, dei rumori in strada. Si tratta di episodi sporadici che, il giorno seguente, ci rendono stanchi e irritabili, ma che di solito si recuperano con la notte di sonno successiva.
La mancanza di sonno diventa un problema quando “saltare una notte” non è più un evento eccezionale ma un accadimento ricorrente. L’irritabilità e la stanchezza diventano permanenti, il cattivo umore non va via e si verificano perdita di memoria, stress e depressione. In più aumenta la probabilità di commettere errori, fare incidenti, dimenticarsi le cose e prendere decisioni sbagliate. La cosa peggiore è che si crea un circolo vizioso, per cui più si accumulano ansia e stress, e più diventa difficile riposare.
Anche il nostro corpo mostra i segni della mancanza di sonno: occhiaie e borse sotto gli occhi, pelle sciupata possono essere visti solo come problemi estetici, ma non dobbiamo dimenticare che anche il nostro sistema immunitario ne esce indebolito e così è più facile contrarre infezioni e sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari. Ne risultiamo debilitati.
Non dormire bene, nel medio-lungo periodo, porta a moltissime conseguenze negative per la nostra salute, ed è grande il numero di italiani alle prese con questi problemi. Eppure i disturbi del sonno rientrano fra le patologie più sottovalutate da chi ne soffre.
Dormire troppo fa male?
Dormire poco ha un impatto negativo sulla salute, ma anche dormire troppo non fa bene, in particolare all’apparato cardiovascolare. A un sondaggio sulla propria salute condotto su 30mila adulti americani, il 9% ha dichiarato di dormire più di nove ore a notte; ebbene, in questo gruppo di persone è stato riscontrato che il rischio di contrarre una qualunque malattia cardiovascolare era una volta e mezzo il normale.
Un’altra ricerca dell’Università di San Diego, California, ha invece evidenziato che le persone che trascorrono a letto fino a 9-10 ore ogni notte sembrano avere più problemi ad addormentarsi, oltre a maggiori disturbi legati al sonno, rispetto a chi dorme 8 ore.
L’insonnia
Per insonnia intendiamo sia una mancanza quantitativa di sonno (dormire un numero di ore non sufficiente o non dormire affatto) oppure un deficit qualitativo del sonno (dormire male, svegliandosi non riposati).
Quando le notti insonni cominciano a essere più di una di fila, allora si parla di insonnia cronica. In questo caso le cause possono essere diverse: l’insonnia può essere un effetto collaterale dei farmaci, un corollario ad altri disturbi del sonno (sindrome delle gambe senza riposo, apnee notturne…), o ancora il sintomo di una patologia medica o psichiatrica. Può essere legata anche a fattori esterni ma prolungati nel tempo, come ad esempio il lavoro su turni. Si distinguono solitamente tre forme di insonnia. L’insonnia iniziale, la più frequente, è la difficoltà ad addormentarsi; l’insonnia intermittente si ha quando il sonno viene interrotto da frequenti e brevi risvegli; infine, l’insonnia terminale si verifica quando ci si sveglia precocemente e non si è più in grado di riaddormentarsi.
Si parla invece di insonnia paradossale quando si è convinti di non aver chiuso occhio tutta la notte, mentre in realtà ci sono stati dei periodi più o meno lunghi di sonno, comunque agitato e non ristoratore. Il pericolo maggiore è che si instauri un circolo vizioso, perché il pensiero di non riuscire ad addormentarsi, di non riposare per un numero di ore sufficienti e di essere troppo stanchi il giorno dopo, è un pensiero che genera stress, e quindi ci tiene svegli. Quando si comincia a dormire male, la sonnolenza del giorno dopo si traduce in spossatezza costante, la qualità del sonno peggiora globalmente e si entra in una spirale di fatica e di insonnia, difficile da spezzare.
Il pensiero di dover per forza andare a letto presto per dormire un tot di ore ed essere attivi e pronti il giorno dopo, in realtà, genera ansia e ostacola il riposo. Comandare a se stessi di dormire è impossibile. Si possono, però, mettere in atto alcune strategie per predisporci meglio al sonno e rimuovere alcuni ostacoli alla nostra buona dormita: ne parleremo nei prossimi paragrafi.
Depressione e insonnia sono legati
Due studi del 2005 dell’Università di Rochester hanno confermato che l’insonnia non è semplicemente un sintomo o effetto collaterale della depressione, ma è un disturbo che può precederla o aggravarla. Finora non sapevamo se venisse prima l’insonnia o la depressione, mentre ora abbiamo capito che l’insonnia prolunga i periodi di tristezza e apatia: i partecipanti al primo studio che soffrivano di insonnia avevano 11 volte più probabilità di essere depressi dopo 6 mesi di trattamento medico rispetto ai pazienti che dormivano regolarmente, e 17 volte più probabilità di essere ancora malati dopo un anno. La seconda ricerca ha evidenziato invece che i pazienti che non soffrivano di depressione ma soffrivano di insonnia, avevano 6 volte più probabilità di sperimentare un primo episodio di depressione rispetto a chi non aveva problemi di insonnia. Entrambi gli studi sono stati condotti su persone anziane e hanno evidenziato che a essere più a rischio sono le donne.
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